Legge… Chedd’è ?
Agesilao secondo fu re di Sparta dal 400 al 360 avanti Cristo. Fu un re profetico: intravvide con quasi due millenni e mezzo di anticipo una situazione normativa quale è quella nostrana. E infatti disse : “dove troverai le leggi più numerose, lì troverai anche le più grandi ingiustizie”.
…Ma, come si potrà subito vedere, non fu il solo.
Una premonizione condivisa da Tacito – che, però, in fondo parlava dei fornitori del dna dei peggiori di noi – secondo il quale più uno stato è corrotto, più fa leggi, il che vale specialmente per gli stati senza sangue quale è inevitabilmente il nostro visto che – come intuì Publio Siro – trovi una nazione forte solo dove le leggi valgono qualcosa.
Ma come fanno a valere le leggi in un ambiente in cui la giustizia e la legge sono dei cugini così lontani che neanche si parlano[1]? E dove le leggi, se potessero parlare, per prima cosa si lamenterebbero dei giuristi[2]? E dove ci si può dolere che la giustizia coincide raramente con la legge e con l’ordine[3]? Perché mai, poi, da noi, leggi e giustizia sono cugini così lontani?
Sarà perché dovrebbero essere brevi – e le nostre non lo sono – in modo che l’inesperto possa comprenderle facilmente[4], mentre quelle lunghe – e le nostre lo sono – sono calamità naturali[5]?
Ovvero sarà perché le troppe leggi inutili indeboliscono quelle necessarie[6]?
Oppure sarà per una mala disposizione comune verso “le grida” considerate troppo spesso e da troppi un bel foglio di messale che vuol dire <comanda chi può e ubbidisce chi vuole>[7].
O sarà infine perché la classe di coloro che fanno le leggi parla un dialetto proprio che nessun altro comprende[8] sicché nell’applicarle risultano contrarie allo scopo prefisso[9], onde sembra legittimo concludere che nel momento in cui si legge qualcosa che non si può capire si può essere quasi certi che è stato scritto da un legislatore[10]?
Vien da chiedersi se, alla fine, sia meglio non indagare perché meno le persone sanno di come vengono fatte le salsicce e le leggi, meglio dormono la notte[11]…!?
Eppure dovrebbe essere intuitivo per chi governa che se si vuole che le leggi siano rispettate, per prima cosa vanno fatte leggi che siano rispettabili[12], il che presuppone che la fuga dalle leggi della giungla non si concluda facendoci imbattere nella giungla delle leggi[13] il cui unico effetto è la proliferazione delle scappatoie[14].
Perché, però, lamentarsi. In fondo è vero che perfino Madre Natura ha delle strane leggi,…
…Ma almeno lei le rispetta[15] e dunque, pur agendo “stranamente”, tuttavia lo fa “nella legge”, mentre oramai di legale in Italia c’è solo l’ora. E anche quella non per tutto l’anno [16]!
A ben pensarci, non è che, volendo farlo, non si potrebbe raddrizzare la situazione. Basterebbe che le leggi e le istituzioni, al pari degli orologi, siano pulite, ricaricate, regolate periodicamente[17].
Sì! Certo, …
…A condizione che avessimo, per ritoccarle, un orologiaio di fiducia,… Ma – da noi, purtroppo – chi pon mano ad esse?[18]
Domenico Carponi Schittar, Avvocato in Venezia
[1] Elis Rapeanu, [2] Lord Halifax, [3] Michael Connelly, [4] Lucio Anneo Seneca, [5] Louis St. Just, [6] Montesquieu, [7] A. Manzoni,[8] Jonathan Swift, [9] Montesquieu, [10] Will Rogers, [11] Otto von Bismarck, [12] Louis Brandeis, [13] Nicolas Petrescu Redi, [14] Arthur Bloch, [15] Leo Longanesi, [16] Anonimo, [17] Henry Waed Beecher,[18] Dante Alighieri